domenica 7 settembre 2008

Gentili amiche, cari amici,
vi avevo inviato qualche mese fa una riflessione sull'atteggiamento e sul comportamento dell'attuale Governo nei confronti degli immigrati, in particolare di quelli clandestini.
Da pediatra quale sono avevo paventato il rischio che l'introduzione del reato di immigrazione clandestina determinasse l'autoemarginazione e l'allontanamento dalla scuola e dai servizi socio-sanitari di tanti innocenti che, di fatto, sarebbero divenuti "invisibili".
Sull'argomento sono intervenuti le massime autorità istituzionali, politiche e ecclesiastiche. Dal reato si è passato all'aggravante.
Non soddisfatta il ministro Gelmini propone ora il blocco delle iscrizioni a scuola per i figli dei clandestini. A me pare che in tal modo si andrebbero a ledere i principi essenziali dei diritti dell'infanzia, che sono e devono rimanere universali e il cui rispetto è conditio sine qua non per poter definire civile e tollerante uno Stato ed un popolo. Cosa potremmo aspettarci da bambini e ragazzi a cui neghiamo l'istruzione e la convivenza civile? Emarginazione e illegalità.
Queste sarebbero le politiche di integrazione?
Forse il ministro pensa di poter tornare indietro con le lancette dell'orologio a qualche decennio fa --ad un'epoca che ci eravamo illusi di aver rimosso dalle nostre coscienze e dai nostri ricordi- con il maestro unico, il grembiule, il voto in condotta e la selezione razziale degli allievi?
Forse in tal modo crede di qualificare la scuola pubblica, mentre dispone tagli considerevoli agli organici e dispone di accorpare tante scuole elementari dei territori montani, creando anche la figura del bambino pendolare? Che gioia per famiglie e Comuni, in questi tempi di vacche magre, farsi carico dei trasferimenti. Possibile che ci tocca rimpiangere la Moratti?
Mi chiedo e Vi chiedo: a quando la determinazione del Governo a qualificare la sanità pubblica negando il diritto alla salute ai figli degli immigrati clandestini? Mi aspetto, tra non molto, che la causa dei dissesti di bilancio, dei tanti episodi di malasanità e delle interminabili liste di attesa sarà individuata nei principi di universalità, equità e solidarietà che ne hanno costituito i capisaldi fino ad oggi.
Di certo non verranno intaccate la sfrenata e trasversale lottizzazione politica della sanità nè le collusioni affaristico-clientelari.

Emilio Iannotta

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